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Vallalta - San Martino (Varese - I)


La chiesetta di San Martino

"Camminare è, ad ogni passo, un incontro con noi stessi." (Tagore)


La frase di Tagore è indubbiamente condivisibile, ma a volte camminare è anche un incontro con gli altri e con il passato. Un caso emblematico è questo percorso verso il monte San Martino di Duno, che per la nostra famiglia è da sempre un punto di riferimento; non solo è la prima cosa che vediamo la mattina aprendo le finestre, ma anche perché storie e leggende su questa montagna ricorrono nei racconti di paese.


Una leggenda paesana narra infatti del legame tra San Martino di Montegrino e di San Martino al Culmine. Questo è il racconto riportato sul libro "Leggende, usi e tradizioni di Montegrino con Bosco Valtravaglia e delle sponde de Lago Maggiore" di Enrico Fuselli:


"La leggenda di San Martino

...mentre il santo era intento al completamento dell'oratorio che sorge presso Montegrino Valtravaglia, il diavolo, preso da gelosia, stava riedificando un altare pagano che in precedenza aveva occupato la sommità del monte di fronte, poi chiamato San Martino.

I lavori dei due procedevano di pari passo: il santo controllava l'operato del diavolo, mentre quest'ultimo teneva d'occhio quello di San Martino. I rapporti tra loro, stranamente, non erano particolarmente difficili; anzi, non mancavano di prestarsi vicendevolmente i necessari attrezzi... Ad un certo punto, il diavolo chiamò ad alta voce il santo, chiedendogli in prestito un martello. San Martino - sicuramente più scaltro di quanto non fosse furbo il demonio - non mancò di fare il favore richiestogli; ebbe tuttavia cura di lanciare il martello attraverso la valle in maniera tale che esso in volo assumesse agli occhi di Satana la forma di una croce.

Il diavolo, scorto l'odiato e temutissimo simbolo, lanciò un urlo disumano, terrorizzato dalla croce che, come ben si sa, mette in fuga il maligno; sprofondò quindi nelle viscere del monte, mentre il martello era ancora in volo, lasciando come segno della sua repentina scomparsa una profonda caverna che si apre nel monte San Martino, proprio sotto la chiesa.

Frattanto il martello terminava il suo percorso, finendo con il conficcarsi sulla sommità dell'edificio costruito dal nemico di Dio, consacrandolo quindi alla fede cristiana. San Martino, lieto per aver sconfitto Satana, attraversò a piedi la valle, salì sulla cima della montagna e dedicò al culto di Dio e al proprio l'edificio che il diavolo aveva eretto."

Eugenio invece, un nostro compaesano, memoria storica e testimone oculare di quelle giornate, racconta della cruenta battaglia avvenuta sul monte San Martino durante la seconda guerra mondiale; la Frontiera Nord-Linea Cadorna che attraversa le nostre zone non è praticamente mai stata teatro di guerra sin dalla sua costruzione, se non in occasione di questo episodio, che viene ricordato dagli storici come uno dei primi esempi di lotta partigiana. L'Eugenio (perdonate l'articolo davanti al nome, ma da noi usa così) racconta:


"Io sono del '33.. nel Novembre del '43 ero un ragazzino, avevo 10 anni. Ero con mio papà sulla collinetta in basso al paese, sotto la Funtaniscia, a far legna, quando ad un certo punto ho visto arrivare gli aerei da Varese. Volavano bassi nella valle e mi sono passati così vicini che ho visto bene in viso il pilota, con il caschetto di pelle e gli occhialoni. Nella mia ingenuità di ragazzino l'ho pure salutato.. Poi gli aerei sono arrivati sopra Luino; lì hanno girato per tornare indietro, si sono alzati sopra il San Martino e quando erano sulla vetta hanno fatto cadere qualcosa. Ho capito dopo, quando ho visto la fiammata e sentito lo scoppio, che quella cosa nera che cadeva era una bomba! Dopo aver sganciato la bomba rifacevano lo stesso giro e tornavano a bombardare di nuovo.."


Proprio in ricordo di questa battaglia, per commemorare i partigiani caduti, in occasione della festa del 25 Aprile decidiamo di percorrere, con qualche variazione, l'itinerario 8 dei percorsi dedicati dalla Provincia di Varese alla Frontiera Nord-Linea Cadorna.


Partiamo quindi da Cassano, parcheggiando in piazza IV Novembre, davanti al Municipio. Attraversiamo il parco giochi e ci inoltriamo lungo via Trento in direzione di via Pasubio, che imbocchiamo, arrivando così al sentiero che ci condurrà alla prima tappa, la località Büs'e'Bòcch (per chi non è pratico del dialetto locale sono due parole che significano buco); qui oltrepassiamo un cartello esplicativo e dei tavoli di legno e proseguiamo fino a visitare alcuni tratti delle fortificazioni.

Accendiamo le frontali ed esploriamo le prime trincee e una ridotta in galleria che si affaccia sulla Valcuvia e sul paese di Cassano.

Ritorniamo quindi al cartello esplicativo e saliamo lungo il sentiero seguendo la segnaletica, per arrivare alla nostra seconda tappa, la Madonna del Sott Sass, la piccola madonnina bianca che domina la Valcuvia.

Di nuovo ritorniamo brevemente indietro per riprendere il sentiero e ci avviamo in salita, percorrendo i vari camminamenti, sempre seguendo l'indicazione Vallalta/M. San Martino. A un certo punto il percorso è interrotto da una pianta caduta, ma recuperiamo facilmente la traccia e arriviamo a un'ampia strada prima asfaltata poi lastricata.

Seguendo la segnaletica arriviamo sotto il Sass Cadrega (sedia) che svetta in alto alla nostra sinistra. Il pannello informativo e le marcature ci confermano che siamo sulla retta via. Proseguiamo scalando la roccia e raggiungiamo nuove fortificazioni.

A questo punto entriamo in caverna e ci inoltriamo nel cuore della montagna, in un lungo camminamento coperto, seguendo pedissequamente le frecce e le marcature disegnate sulle pareti scavate nella roccia per non perderci. Ripide scalinate ci portano, dopo una decina di minuti, a un primo spiazzo, conosciuto come Piazza d'Armi. Uscendo dalla galleria attraversiamo la radura e, spostandoci leggermente a destra, riprendiamo il percorso rientrando nella montagna, dove nuove scale ci attendono! Dopo un altro quarto d'ora di cammino, una deviazione imposta da una frana ci conduce fuori dalla galleria e percorriamo l'ultimo tratto all'esterno.

Arriviamo così al forte di Vallalta, un complesso costituito da una cisterna e varie postazioni per mitragliatrice in caverna, dove facciamo una breve sosta per riprendere fiato. Purtroppo non è sempre visitabile, ma in questo video potete trovare un'interessante spiegazione del sito e vedere foto storiche di questi luoghi.

Il cammino riprende e arriviamo quindi, dopo qualche minuto, alla vecchia caserma distrutta durante i bombardamenti del 1943, di cui rimangono pochi tratti delle mura perimetrali e da qui ci dirigiamo verso il "Buco del Diavolo" che raggiungiamo in un quarto d'ora circa. Si tratta di un pozzo di osservazione in caverna, il cui accesso avveniva tramite un condotto verticale munito di gradini alla marinara (ora interdetto perché non agibile). Nell'ultimo tratto il sentiero si fa impervio e ripido, va percorso con molta attenzione.

Panorama sul Lago Maggiore

Di nuovo ritorniamo sui nostri passi e seguendo le marcature gialle e verdi o rosse e bianche ci inerpichiamo per l'ultimo tratto rimasto. Arriviamo così, dopo una mezz'oretta, al Sacrario che ricorda i caduti del Novembre 1943 e poi alla Chiesetta di San Martino in Culmine.

Il Sacrario
Panorama sulla Valtravaglia
Vista su Luino e il Lago Maggiore
Valcuvia e Massiccio del Campo dei Fiori
La chiesetta di San Martino in Culmine

Qui ci sediamo sul prato e, memori della via appena percorsa, ascoltiamo il podcast della storia di Piero Corte, piccola staffetta partigiana.

Per il rientro scendiamo lungo la comoda strada militare, dapprima fino al Forte di Vallalta e poi proseguiamo seguendo il sentiero 250A per Mesenzana. A un certo punto, le marcature inizieranno a indicare il sentiero 260 per Cassano. La strada da sterrata si farà asfaltata e da questo punto, dopo una decina di minuti di cammino, all'altezza di un tornante, imbocchiamo a destra il bivio per il sentiero 260 che conduce a Cassano, ritornando quindi al parcheggio di partenza.

Questa escursione non è adatta a tutti, sia per la lunghezza e il dislivello, sia per possibili problemi di claustrofobia all'interno del lungo tratto in caverna.

Il periodo migliore per la visita è la primavera, quando le piante sono ancora spoglie e non ostruiscono la vista come in estate; in autunno le foglie potrebbero rendere sdrucciolevole il sentiero.

Ci raccomandiamo di verificare con gli enti preposti l'agibilità del percorso prima di intraprendere questa escursione e se decidete di mettervi in cammino non dimenticate la torcia!

 

Ultimo aggiornamento: Aprile 2022

Difficoltà: E

Impegno fisico richiesto: medio

Adatto per: adulti, ragazzi

Tipologia: circolare

Lunghezza: 19 km circa

Tempo: 5 ore e mezza circa soste escluse

Dislivello in salita: 1000 m circa

Parcheggio: gratuito a Cassano (VA)

Luogo: Lombardia, Varese, Cassano

Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno

Attrezzatura: scarponcini da trekking

Sulla mappa:


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